
Il grafico sottostante illustra l'evoluzione di un portafoglio cross asset investito in egual misura in azioni europee, azioni dei mercati emergenti, azioni statunitensi e azioni tecnologiche in euro, credito investment grade e high yield, obbligazioni a lungo termine, obbligazioni indicizzate all'inflazione, oro, liquidità in euro e liquidità in dollari statunitensi1 nel 2025.

1. 500 MILIARDI DI EURO DI SPESE DI BILANCIO PREVISTE DAL GOVERNO TEDESCO NEI PROSSIMI 10 ANNI
Questo piano rappresenta il più grande cambio di rotta fiscale in Germania da una generazione. L'allentamento (o la reinterpretazione) del cosiddetto "freno all'indebitamento" consentirà in particolare un maggiore ricorso al prestito, soprattutto per la difesa e le infrastrutture. Si prevede che questa misura contribuirà ad aumentare il PIL annuo dello 0,5% - 1% nel prossimo decennio: si tratta di un intervallo piuttosto ampio, il cui successo dipende dall’effettiva attuazione di questo cambiamento strutturale.
2. AUMENTO DEL 12,5% DELL'ALIQUOTA MEDIA DEI DAZI STATUNITENSI, IL PIÙ ALTO DEGLI ULTIMI 90 ANNI
La parola preferita di Trump nel dizionario si è concretizzata nell'attivazione della sezione 232 del Trade Expansion Act e dell'Executive Order 14257. Questo shock ha portato l’economia statunitense a procedere a fatica per gran parte del 2025. Nel 2026 sapremo se la tassazione delle importazioni e i meccanismi di ridistribuzione ad essa associati saranno in grado di far evolvere l’economia da una traiettoria di crescita a forma di K a una dinamica a forma di V2.
3. TERZO ANNO CONSECUTIVO DI RENDIMENTI SUPERIORI AL 20% REGISTRATI DAI MERCATI AZIONARI GLOBALI, TRAINATI DALL’AUMENTO DEGLI UTILI E DALL'ESPANSIONE DEI MULTIPLI
I mercati emergenti (sostenuti dalle catene di fornitura dell'IA, dall'innovazione cinese e dall'America Latina), l'Europa (che beneficia della ripresa dell'economia domestica) e il Giappone (in uscita dalla deflazione) hanno sovraperformato gli Stati Uniti, sia in valuta locale che in dollari statunitensi.
4. FLESSIONE DEL 10% DEL DOLLARO STATUNITENSE IN TERMINI PONDERATI PER GLI SCAMBI COMMERCIALI, IL CALO SEMESTRALE PIÙ MARCATO DAL 1991
La flessione è stata accompagnata da forti oscillazioni dell'indice S&P 500, che ha registrato variazioni comprese tra -15% e +15%, un fenomeno verificatosi solo quattro volte negli ultimi 50 anni. Al contempo è emersa un’insolita correlazione tra le azioni, le obbligazioni e il dollaro USA, che hanno registrato un calo congiunto durante la "Liberation week", una configurazione rara per l’emittente della principale valuta di riserva. L'apparente fine della Pax americana3 così come la conoscevamo e la messa in discussione dell'eccezionalismo degli Stati Uniti hanno contribuito a rompere schemi consolidati nel tempo.
5. NVIDIA HA RAGGIUNTO UNA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI 5.000 MILIARDI DI DOLLARI, UN PRIMATO ASSOLUTO PER UNA SOCIETÀ QUOTATA IN BORSA
Questo traguardo è stato raggiunto grazie agli ingenti investimenti in conto capitale legati all’IA, che hanno influito sulle vendite del produttore di chip, in grado di mantenere margini superiori al 70% grazie alla sua esclusiva architettura GPU. Altri fornitori di “pale e picconi” hanno, a loro volta, tratto vantaggio da questa corsa all'oro digitale per fornire maggior potenza di calcolo, sebbene lo slancio si sia affievolito con il riemergere delle preoccupazioni relative al costo del capitale.
6. AUMENTO DEL 60% DEL PREZZO DELL'ORO: IL SECONDO MIGLIOR ANNO SOLARE NEI SUOI 50 ANNI DI STORIA
Il metallo prezioso è stato molto ricercato dagli investitori istituzionali che desiderano diversificare le riserve a causa del venir meno della fiducia nelle valute fiat. L'incertezza economica globale, i rischi geopolitici e le aspettative di una diminuzione dei tassi di interesse, che riducono il costo di opportunità legato alla detenzione della cosiddetta "reliquia barbarica", hanno sostenuto la domanda.
7. AMPLIAMENTO DI 70 PUNTI BASE TRA IL RENDIMENTO DELLE OBBLIGAZIONI STATUNITENSI A 2 E 30 ANNI, CON MOVIMENTI SIMILI IN GERMANIA E GIAPPONE, MENTRE LA CURVA DEI RENDIMENTI CONTINUA A DIVENTARE PIÙ RIPIDA
Le scadenze a lungo termine hanno registrato un aumento in tutti i paesi sviluppati, trainate dalle prospettive di stimoli fiscali e/o monetari, dai deficit elevati, dalle prospettive incerte sull'inflazione e da un ciclo economico che sembra non avere fine. Questi fattori hanno influito negativamente sulla propensione degli investitori ad acquistare obbligazioni a lungo termine.
8. IL 100% DEI RENDIMENTI NEI MERCATI DEL CREDITO ASCRIVIBILE ALLA COMPONENTE CARRY
I mercati del credito hanno offerto rendimenti prevalentemente legati alla componente di carry, con una volatilità relativamente bassa che ha riportato gli spread creditizi ai livelli osservati prima dell'invasione russa dell'Ucraina e dei minimi del ciclo di rialzo dei tassi. A prima vista, i mercati presentano le valutazioni più elevate degli ultimi quattro anni, ma da un’analisi più approfondita emergono fragilità, sia nei mercati privati (Tricolor) che tra gli emittenti pubblici (default/ristrutturazione del debito per Altice e Spirit Airlines per la seconda volta in due anni). La dispersione è elevata, la selezione delle obbligazioni è fondamentale e può potenzialmente rappresentare un'ottima fonte di rendimenti sugli investimenti.
9. PREZZI DEL PETROLIO SOTTO LA SOGLIA DEI 60 DOLLARI, IL LIVELLO PIÙ BASSO DELL'ERA POST-COVID, INASPETTATO IN ASSENZA DI PRESSIONI RECESSIVE
Tale calo è imputabile all'abbondanza dell'offerta (aumento della produzione da parte dell'OPEC+), all'indebolimento della domanda (a causa del rallentamento della crescita globale) e alle aspettative di distensione in Medio Oriente. Il bombardamento dell'Iran ha, in effetti, ridotto il premio geopolitico. In modo forse controintuitivo, il petrolio reagisce meno alla violenza che al rischio di interruzione: finché i flussi restano sicuri, il premio di rischio diminuisce. Questa dinamica è in definitiva positiva per i consumatori, poiché le questioni relative all'accessibilità economica rimangono urgenti e favoriscono la tendenza alla disinflazione.
10. TASSO DI DISOCCUPAZIONE IN ITALIA INFERIORE AL 6%
L'economia italiana ha mostrato una buona tenuta, sostenuta non solo dai fondi NextGenerationEU, ancora consistenti, ma anche da solidi investimenti diretti esteri e da una forte domanda interna, con un tasso di disoccupazione ai minimi storici da oltre 15 anni. In tale contesto, i BTP italiani hanno ampiamente sovraperformato i titoli europei comparabili.