Ripresa dell'inflazione: Cattiva notizia oppure opportunità di investimento

Data di pubblicazione
8 aprile 2025
Tempo di lettura
4 minuto/i di lettura

Mentre alcuni mesi fa, sia in Europa che negli Stati Uniti, gli economisti puntavano ancora a un calo dell’inflazione al di sotto della soglia del 2%, sembrerebbe che gli indici dei prezzi siano nuovamente in aumento. Sebbene l’iperinflazione sia generalmente considerata deleteria per gli asset finanziari, sosteniamo che una strategia obbligazionaria flessibile possa trarre vantaggio da questo tipo di scenario sfavorevole.

1) Inflazione, viva e vegeta

  • Nonostante il mercato abbia deliberatamente messo una pietra sopra all’inflazione la scorsa estate, preferendo propendere per la teoria di un rallentamento delle principali economie, va detto che gli indici dei prezzi stanno fondamentalmente mostrando più resistenza del previsto.
  • Da un lato, la forte attività economica oltreoceano ha contribuito a stimolare i consumi statunitensi, come indicato dall’indice core dei prezzi al consumo degli Stati Uniti1, che a febbraio ha registrato il suo 58° aumento mensile consecutivo (e ha anche subito una forte accelerazione, attestandosi al +0,4% nel corso del mese di febbraio).
  • Dall’altro lato, l’ancora di salvezza disinflazionistica offerta dal calo dei prezzi delle materie prime sembra aver esaurito la sua efficacia, non consentendo più effetti base favorevoli nel calcolo dell’inflazione (cfr. figura 2).
  • La ripresa dell’inflazione non caratterizza esclusivamente l’economia statunitense, poiché anche l’Eurozona ha dovuto far fronte a un’accelerazione degli indici dei prezzi da settembre 2024, nonostante un contesto di crescita più modesta.

Figura 1: Le previsioni di inflazione a lungo termine (5 anni) negli Stati Uniti hanno raggiunto il livello massimo degli ultimi 30 anni

Fonte: Università del Michigan, Bloomberg, marzo 2025.

Figura 2: Dinamiche dei prezzi di alcune materie prime (base 100)

Fonte: Carmignac, Bloomberg, febbraio 2025.

2) Quali sono le prospettive per il 2025?

  • Il comune denominatore delle ultime riunioni delle Banche Centrali, sia in Europa che negli Stati Uniti, è rappresentato dalla revisione al rialzo delle prospettive di inflazione di fine anno, che al momento si attestano al 2,3% per la Banca Centrale Europea (BCE) e al 2,7% per la Federal Reserve (Fed).
  • Oltre alla resilienza dell’inflazione core, i recenti annunci di dazi imposti ai partner commerciali degli Stati Uniti, l’intenzione di rilocalizzare le catene di produzione, e i vari piani di stimoli per le infrastrutture e la difesa nell’Eurozona sono tutti catalizzatori di aumento dell’inflazione.
  • Pertanto, sebbene uno shock dei prezzi al consumo, come quello del 2022, sembri improbabile in un prossimo futuro, l’ipotesi di un’inflazione che continui ad attestarsi al di sopra dell’obiettivo del 2% pare concreta.
  • Di conseguenza, poiché gli investitori continuano ad aspettarsi un ritorno al di sotto dell’obiettivo di inflazione nelle principali economie (cfr. figura 3 sottostante), l’euforia potrebbe cedere il passo alla nevrastenia, in quanto sembra che il 3% sia il nuovo standard per l’inflazione.

Figura 3: Gli investitori continuano ad essere molto entusiasti delle prospettive di disinflazione

Fonte: Citi, 24 marzo 2025.

3) Come implementare un motore inflazionistico in una strategia obbligazionaria

  • Benché l’inflazione in genere eroda il valore delle obbligazioni per effetto di una perdita di rendimento reale sugli investimenti, esistono vari strumenti disponibili a titolo di copertura o addirittura per beneficiare di un rimbalzo dell’inflazione.

Strategia attraverso obbligazioni indicizzate all’inflazione

Per proteggere i propri investimenti dall’impatto dell’inflazione, gli investitori potrebbero acquistare obbligazioni indicizzate all’inflazione, ovvero con un capitale nominale e anche una cedola indicizzati giornalmente alle variazioni degli indici dei prezzi al consumo. Pertanto, in caso di aumento dell’inflazione anche la cedola dello strumento finanziario aumenterebbe, così come la valutazione del capitale nominale dell’obbligazione.

Strategia attraverso “l’inflazione di pareggio”

L’inflazione di pareggio rappresenta la differenza di rendimento tra i tassi nominali e quelli reali. Corrisponde quindi all’inflazione attesa dal mercato in un dato periodo. Se si torna all’equazione di Fisher2 e si isola l’inflazione di pareggio, si ottiene:

Inflazione attesa = tasso nominale – tasso reale

Quindi, se si prevede un aumento dell’inflazione senza volere assumersi il rischio legato al tasso di interesse, è possibile posizionarsi esclusivamente sul tasso di inflazione di pareggio. A tale scopo, si acquistano obbligazioni indicizzate all’inflazione e si vendono tassi nominali, neutralizzando così il movimento dei tassi, e ci si posiziona esclusivamente sull’inflazione.
Se si desidera posizionarsi sul calo dell’inflazione, e quindi sul tasso di inflazione di pareggio, è possibile semplicemente vendere tassi reali e acquistare tassi nominali. Va sottolineato che è possibile fare la stessa cosa anche con strumenti derivati, quali swap sull’inflazione.

Strategie attraverso tassi nominali

I tassi nominali possono anche essere utilizzati per implementare una view sull’inflazione; tuttavia, poiché vengono utilizzati tassi nominali anziché tassi reali, ciò rende necessaria anche una view sulla duration. In genere, un aumento dell’inflazione determina un inasprimento della politica monetaria, con conseguenti rialzi dei tassi. Liquidare le posizioni sui tassi nominali può quindi essere un modo per trarne vantaggio. È inoltre uno strumento appropriato, in termini di liquidità, per operare in alcuni paesi dei mercati emergenti. Infine, anche l’allocazione settoriale gioca un ruolo importante all’interno dello spettro del credito. Alcuni settori, come quello finanziario o dell’energia, sono generalmente più inclini a beneficiare di questo tipo di dinamiche inflazionistiche. Al contrario, i settori caratterizzati da bassi livelli di redditività o da una significativa leva finanziaria, come nel caso della distribuzione, dell’automotive o del settore immobiliare, sono maggiormente esposti agli shock inflazionistici o ai movimenti al rialzo dei tassi di interesse.

4) Il Fondo flessibile che risponde al rafforzamento del contesto di inflazione: Carmignac Portfolio Flexible Bond

  • I vantaggi di un portafoglio obbligazionario flessibile in contesti di mercato inflazionistici sono evidenti, in particolare grazie alla selezione di strumenti indicizzati all’inflazione, ma anche attraverso la duration modificata sui tassi del Fondo e l’esposizione complessiva a un contesto di avversione al rischio.
  • Negli ultimi 14 mesi, i nostri strumenti indicizzati all’inflazione hanno contribuito per +162pb alla performance del Fondo, ovvero per oltre il 20% della performance complessiva del Fondo. (cfr. figura n. 4).
  • Questa esposizione è stata conseguita in modo dinamico attraverso obbligazioni indicizzate all’inflazione nell’Eurozona e negli Stati Uniti (che rappresentano il 18% del patrimonio netto ad oggi) e swap sull’inflazione.
  • Infine, il team di gestione (Guillaume Rigeade ed Eliezer Ben Zimra) ha anche implementato strategie a breve termine sui tassi di interesse nominali, in particolare in Giappone, che si sono dimostrate particolarmente efficaci date le pressioni inflazionistiche all’interno dell’arcipelago (cfr. figura n. 5).

Figura 4: Contributi mensili (in pb) delle strategie indicizzate all’inflazione

Fonte: Carmignac, 21 marzo 2025. La performance passata non è un indicatore attendibile di risultati futuri.

Figura 5: Contributi mensili (in pb) dei tassi nominali giapponesi a breve termine

Fonte: Carmignac, 21 marzo 2025. La performance passata non è un indicatore attendibile di risultati futuri.

5) Un Fondo particolarmente adatto alle sfide future dei mercati

  • Oltre agli strumenti indicizzati all’inflazione, che offrono un driver di performance ai fini della diversificazione, il Fondo Carmignac Portfolio Flexible Bond può contare su altri catalizzatori di performance.
  • Il Fondo trae infatti vantaggio dalle strategie sulle curve dei rendimenti che mirano a beneficiare delle dinamiche macroeconomiche di varie aree geografiche. Pertanto, attualmente privilegiamo scadenze a breve e medio termine negli Stati Uniti e in Europa, e allo stesso tempo apriamo posizioni short sui tassi a lungo termine, che riteniamo più rischiosi, dati i trend del debito delle principali economie.
  • Continuiamo inoltre a beneficiare delle nostre strategie di carry trade attraverso strumenti del credito che offrono un rendimento interessante, e che allo stesso tempo sono in grado di ammortizzare un eventuale movimento al rialzo dei tassi di interesse o un ampliamento degli spread creditizi. Il nostro team ha inoltre aumentato le coperture sul credito high-yield attraverso Credit Default Swap, per proteggere il Fondo in caso di aumento dell’avversione al rischio.
  • Finora, questo posizionamento si è dimostrato molto efficace nel corso del 2025, in quanto il Fondo ha registrato una performance pari al +2,89% dall’inizio dell’anno (quota A EUR Acc al 31/03/2025) rispetto a -0,75% dell’indice di riferimento3, ovvero una sovraperformance pari a +364pb.

Figura 6: performance del Fondo Carmignac P. Flexible Bond rispetto ai principali indici obbligazionari dall’arrivo dei Gestori (09/07/2019)

1Indice Core PCE statunitense, su base mensile, Bureau of Economic Analysis. 2Il tasso di interesse. Fisher, Irving (1907). 3Indice di riferimento: ICE BofA Euro Broad Market Index.

Carmignac Portfolio Flexible Bond

Una soluzione flessibile per cogliere le opportunità nelle obbligazioni globaliConsulta la pagina del Fondo

Carmignac Portfolio Flexible Bond A EUR Acc

ISIN: LU0336084032
Periodo minimo di investimento consigliato
3 anni
Livello di rischio*
2/7
Classificazione SFDR**
Articolo 8

*Scala di Rischio del KID (documento contenente le informazioni chiave). Il rischio 1 non significa che l'investimento sia privo di rischio. Questo indicatore può evolvere nel tempo. **Il Regolamento SFDR (Regolamento sull’informativa di sostenibilità dei mercati finanziari) 2019/2088 è un regolamento europeo che impone agli asset manager di classificare i propri fondi in tre categorie: Articolo 8: fondi che promuovono le caratteristiche ambientali e sociali, Articolo 9 che perseguono l'investimento sostenibile con obiettivi misurabili o Articolo 6 che non hanno necessariamente un obiettivo di sostenibilità. Per ulteriori informazioni consultare: https://eur-lex.europa.eu/eli/reg/2019/2088/oj?locale=it. Per le informazioni relative alla sostenibilità ai sensi del Regolamento SFDR si prega di prendere visione del prospetto del oppure fondi delle pagine del sito web di Carmignac dedicate alla sostenibilità fondo https://www.carmignac.it/it_IT/i-nostri-fondi).

Principali rischi del Fondo

Tasso d'interesse: Il rischio di tasso si traduce in una diminuzione del valore patrimoniale netto in caso di variazione dei tassi.Credito: Il rischio di credito consiste nel rischio d'insolvibilità da parte dell'emittente.Cambio: Il rischio di cambio è connesso all'esposizione, mediante investimenti diretti ovvero utilizzando strumenti finanziari derivati, a una valuta diversa da quella di valorizzazione del Fondo.Azionario: Le variazioni del prezzo delle azioni, la cui portata dipende da fattori economici esterni, dal volume dei titoli scambiati e dal livello di capitalizzazione delle società, possono incidere sulla performance del Fondo.
L'investimento nel Fondo potrebbe comportare un rischio di perdita di capitale.

Costi

ISIN: LU0336084032
Costi di ingresso
1,00% dell'importo pagato al momento della sottoscrizione dell'investimento. Questa è la cifra massima che può essere addebitata. Carmignac Gestion non applica alcuna commissione di sottoscrizione. La persona che vende il prodotto vi informerà del costo effettivo.
Costi di uscita
Non addebitiamo una commissione di uscita per questo prodotto.
Commissioni di gestione e altri costi amministrativi o di esercizio
1,22% del valore dell'investimento all'anno. Si tratta di una stima basata sui costi effettivi dell'ultimo anno.
Commissioni di performance
20,00% quando la classe di azioni supera l'Indicatore di riferimento durante il periodo di performance. Sarà pagabile anche nel caso in cui la classe di azioni abbia sovraperformato l'indice di riferimento ma abbia avuto una performance negativa. La sottoperformance viene recuperata per 5 anni. L'importo effettivo varierà a seconda del rendimento del tuo investimento. La stima dei costi aggregati di cui sopra include la media degli ultimi 5 anni o dalla creazione del prodotto se inferiore a 5 anni.
Costi di transazione
0,35% del valore dell'investimento all'anno. Si tratta di una stima dei costi sostenuti per l'acquisto e la vendita degli investimenti sottostanti per il prodotto. L'importo effettivo varierà a seconda dell'importo che viene acquistato e venduto.

Performance

ISIN: LU0336084032
Carmignac Portfolio Flexible Bond0.11.7-3.45.09.20.0-8.04.75.43.4
Indice di riferimento-0.3-0.4-0.4-2.54.0-2.8-16.96.82.61.0
Carmignac Portfolio Flexible Bond+ 4.4 %+ 2.7 %+ 1.4 %
Indice di riferimento+ 0.7 %- 1.5 %- 1.1 %

Fonte: Carmignac al 30 mag 2025.
Le performance passate non sono un'indicazione delle performance future. Le performance sono calcolate al netto delle spese (escluse eventuali commissioni di ingresso applicate dal distributore)

Indice di riferimento: ICE BofA Euro Broad Market index

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